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CONSIGLIO
NAZIONALE DELLE RICERCHE
Istituto di Fisica Applicata
"Nello Carrara" - Firenze |
PROTEZIONE
DAI CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA, RADIOFREQUENZA
E MICROONDE |
IL RISCHIO DA
ESPOSIZIONE AI
CAMPI ELETTROMAGNETICI
NON IONIZZANTI
PROMEMORIA
- I campi elettromagnetici, se di sufficiente intensità,
possono sicuramente risultare pericolosi per la salute o
la sicurezza degli individui esposti. La sperimentazione
su volontari ed animali ha permesso di identificare un
insieme di effetti dannosi e di determinarne le soglie.
La tipologia degli effetti ed i valori delle soglie
dipendono in maniera determinante dalla frequenza del
campo. A frequenze superiori a qualche centinaio di
chilohertz, i rischi sono legati al riscaldamento dei
tessuti. A frequenze più basse, i rischi hanno
origine dalle interferenze tra le correnti indotte dai
campi e le correnti elettrofisiologiche associate alla
percezione sensoriale ed alla motilità muscolare.
- Le più autorevoli norme di sicurezza internazionali
(Prestandard Cenelec ENV 50166
del gennaio 1995, Linee Guida ICNIRP
dell'aprile 1998, Standard ANSI/IEEE C95-1 dell'aprile 1999,
Raccomandazione del Consiglio
dell'Unione Europea del luglio 1999) specificano limiti
di esposizione che tengono conto di tutti gli effetti
accertati e delle relative soglie, introducendo ampi margini
di cautela (diversificati per popolazione e lavoratori
professionalmente esposti) che riducono ad un livello
estremamente basso, se non nullo, il rischio di incorrere
in uno degli effetti dannosi di cui al punto 1.
L'attuale legislazione italiana, mentre si allinea a tali
norme per quanto riguarda le bassissime frequenze (DPCM
23 aprile 1992), adotta margini di cautela ancora
maggiori per quanto riguarda le radiofrequenze
impiegate nelle telecomunicazioni (DM 10 settembre 1998
n.381).
- In Italia si avverte l'esigenza di una legge organica, che
disciplini in modo coordinato le esposizioni dei lavoratori
professionalmente esposti e della popolazione ai campi
elettromagnetici emessi da qualsiasi sorgente che operi nella
banda delle radiazioni non ionizzanti (0 - 300 GHz).
- Esistono studi (epidemiologici o su animali, tessuti escissi,
colture cellulari) in base ai quali si potrebbe sospettare o
ipotizzare l'esistenza di effetti o patologie riconducibili ad
esposizioni prolungate a campi elettromagnetici di intensità
inferiore, o molto inferiore, ai limiti specificati dalle attuali
norme di sicurezza. Tuttavia, le più autorevoli organizzazioni
ed istituzioni internazionali (Cenelec, ICNIRP, OMS, IEEE) concordano
nel ritenere che l'analisi critica complessiva della letteratura
scientifica accreditata esistente non fornisca evidenze convincenti
a sostegno di questi sospetti e di queste ipotesi e non
giustifichi quindi l'adozione di standard di sicurezza più
restrittivi di quelli vigenti. Le stesse istituzioni ammettono che
questa posizione potrà essere rivista qualora emergano nuovi
risultati.
Queste, in dettaglio, le posizioni degli enti citati,
in ordine cronologico:
- Cenelec ENV 50166-1 e 50166-2 (gennaio 1995):
- "There are reports that electromagnetic fields of lower
intensity than the reference levels specified in this standard
may have long-term effects on health. Currently available
research however has not established adverse effects and does
not provide a basis for restricting exposure."
- Cenelec ENV 50166-1 (gennaio 1995):
- "Some epidemiological results suggest the possibility
of other effects on health, including carcinogenesis, from
exposure to fields at levels much lower than those given in
this standard. During 1991 to 1994, several reviews of this
question were carried out by international and national
bodies [eleven references are given]. These concluded
that no adverse effects of such lower-level fields had been
established."
- ICNIRP
(aprile 1998):
- "It is the view of the ICNIRP that the
results from the epidemiological research on EMF
field exposure and cancer, including childhood
leukemia, are not strong enough in the absence of
support from experimental research to form a
scientific basis for setting exposure
guidelines."
- OMS
Promemoria 183 (maggio 1998):
- "Le normative sono basate su una valutazione
di quegli effetti biologici le cui conseguenze
per la salute siano state dimostrate. L'obiettivo
del Progetto Internazionale Campi
Elettromagnetici è di stabilire se gli
effetti biologici che sono stati segnalati in relazione
all'esposizione a campi a radiofrequenza di bassa
intensità possano avere conseguenze sanitarie.
Se tali conseguenze venissero scoperte, ciò
potrebbe comportare una revisione dei limiti di
esposizione."
- IEEE C95.1 (aprile 1999):
- "Research on the effects of chronic exposure
and speculations on the biological significance
of nonthermal interactions have not yet resulted
in any meaningful basis for alteration of the
standard. It remains to be seen what future
research may produce for consideration at the
time of the next revision of this standard."
Si tratta, in parte, di "opinioni" (e come
tali, ovviamente, opinabili) però espresse da
commissioni di esperti sicuramente di alto livello e
sicuramente al di sopra delle parti e basate sulla
revisione critica di un corpus bibliografico
estremamente vasto.
- In tutta la cultura radioprotezionistica delle radiazioni
ionizzanti e non, è ben radicato il principio precauzionale
di evitare le esposizioni inutili e ridurre al "minimo
ragionevolmente ottenibile" quelle inevitabili (principio
ALARA).
- Forse anche a causa di alcune campagne mediatiche mirate più
al sensazionalismo che alla diffusione di informazioni
corrette, esiste nell'opinione pubblica una percezione
distorta dei rischi e quindi una notevole apprensione nei
confronti delle esposizioni ai campi elettromagnetici. A
prescindere dall'esistenza di rischi concreti, tale
apprensione costituisce di per sé un valido motivo
per affrontare seriamente la questione. Questo punto di vista
è tra i presupposti
dell'International
EMF Project dell'OMS.
- Il rischio zero non esiste: l'intrinseca
sicurezza non può essere dimostrata a priori per
nessuna tecnologia. In una situazione di incertezza,
l'adozione di limiti di sicurezza sempre più bassi
e di margini di cautela sempre più alti può
indubbiamente apparire come un'opzione attraente
(anche alla luce di quanto esposto al punto 5).
Tuttavia, nell'applicare il principio precauzionale non
si può prescindere dal considerare attentamente tutti
gli aspetti del problema, ovvero, da una parte, l'effettiva
entità del beneficio sanitario conseguito e dall'altra
le possibili conseguenze negative, sul piano socioeconomico,
dei provvedimenti presi, a causa sia delle difficoltà
eventualmente frapposte all'utilizzo di tecnologie che possono
risultare fondamentali per lo sviluppo, sia dell'onere finanziario
del risanamento. I costi, in particolare, devono
essere inquadrati nell'ottica di un utilizzo ottimale
delle risorse disponibili, basato su una corretta scala
di priorità e finalizzato al conseguimento della
massima efficacia degli interventi.
- L'adozione di provvedimenti cautelativi di qualsiasi tipo
nei confronti dell'esposizione ai campi elettromagnetici
deve anche commisurarsi all'effettiva consistenza ed
entità del rischio associato, rapportato agli altri
rischi che si incontrano nella vita moderna. In caso
contrario, la distorsione della percezione del rischio
nell'opinione pubblica tenderà a peggiorare
ulteriormente, ottenendosi così l'effetto opposto alle
presumibili finalità dei provvedimenti.
- All'interno della Comunità Scientifica nazionale
c'è un vasto consenso su una posizione comune nei
confronti delle problematiche connesse con il cosiddetto
inquinamento elettromagnetico, posizione ben espressa
nella Lettera aperta dei
ricercatori coordinati nell'ICEmB sull'impatto ambientale
dei campi elettromagnetici, diffusa nel giugno 1999.
Note
- European Prestandard ENV 50166-1: "Human
exposure to electromagnetic fields. Low-frequency (0 Hz to 10 kHz)",
Cenelec, January 1995.
European Prestandard ENV 50166-2: "Human exposure to
electromagnetic fields. High frequency (10 kHz to 300 GHz)",
Cenelec, January 1995.
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- International Commission on Non-Ionizing Radiation
Protection (ICNIRP): "Guidelines
for limiting exposure to time-varying electric, magnetic and electromagnetic
fields [up to 300 GHz]", Health Physics, Vol.74, N.4 (April 1998),
pages 494-522.
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D.Andreuccetti,
IFAC-CNR - Firenze, ultimo aggiornamento aprile 2001.
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