A cura della Linea di Ricerca su Protezione dai campi elettromagnetici a bassa frequenza, radiofrequenza e microonde. Daniele Andreuccetti, 1999.

ATTIVITÀ RECENTI DELL'IROE NEL SETTORE DELLA PROTEZIONE
DAI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Relazione ad invito alla Prima Conferenza Nazionale
delle Agenzie Ambientali, Torino, 10-12 marzo 1997

Daniele Andreuccetti, Marco Bini e Roberto Olmi

Consiglio Nazionale delle Ricerche
Istituto di Ricerca sulle Onde Elettromagnetiche "Nello Carrara"
Via Panciatichi, 64 - 50127 FIRENZE


Introduzione

L'attivazione all'IROE di una linea di ricerca sulla Protezione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici non ionizzanti risale al 1977; da allora, la nostra attività si è sempre orientata, come principale interesse, sugli aspetti fisici ed ingegneristici del problema, articolandosi nei settori sintetizzati in Tabella 1.

Materiali e metodi per la sorveglianza fisica
  • Progetto e realizzazione di strumentazione e messa a punto di procedure per la misura delle intensità dei campi
  • Sviluppo di modelli di calcolo numerico per la previsione teorica delle intensità dei campi
Interventi sul territorio
  • Caratterizzazione di sorgenti di campo elettromagnetico significative dal punto di vista protezionistico
  • Indagini su situazioni espositive tipiche in ambienti residenziali, di lavoro ed esterni
Aspetti biofisici e fisico-sanitari dell'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi biologici
  • Realizzazione di dispositivi di esposizione, "fantocci" e sensori per la dosimetria sperimentale
  • Sviluppo di modelli per la dosimetria numerica
  • Approfondimento dei razionali e definizione di norme di sicurezza

Tabella 1: Settori di attività all'IROE nell'ambito della linea di ricerca sulla protezione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici non ionizzanti.



Evoluzione dell'attività

Nel corso del ventennio 1977-1997 abbiamo seguito, e per alcuni aspetti pensiamo di avere anche influenzato, il nascere e l'evolversi della sensibilità al problema dei campi elettromagnetici nell'opinione pubblica, nei media e nelle istituzioni italiane. Contemporaneamente, in parte in risposta a questa evoluzione, anche la nostra attività si è andata modificando.

Vediamo alcuni tra gli aspetti più significativi di questa trasformazione.

- L'allargamento dello spetto di frequenze. Mentre l'attività dei primi anni riguardava principalmente le radiofrequenze e microonde (grossomodo nel campo di frequenze da 500 kHz a 10 GHz), col passare degli anni si sono fatte sempre più frequenti le occasioni di intervento o di ricerca legate alle frequenze più basse, fino alla banda ELF (30-300 Hz).

- La tipologia degli esposti. C'è stato un progressivo spostamento dell'attenzione dalle esposizioni in ambito professionale a quelle che interessano la popolazione in genere. Vale forse la pena evidenziare quale sia la differenza fondamentale tra queste due classi, dal punto di vista dell'interesse per la ricerca protezionistica e la prevenzione sanitaria. Le esposizioni professionali riguardano un campione numericamente limitato e si impongono all'attenzione per i livelli di campo elettromagnetico coinvolti, che possono essere anche piuttosto elevati; nelle esposizioni della popolazione invece i livelli sono quasi sempre molto al di sotto degli standard di sicurezza e l'interesse proviene dalla ampiezza del campione esposto, che permette eventualmente il manifestarsi anche di patologie od effetti rari.

- La tipologia degli interventi. Inizialmente mirata soprattutto a risolvere problemi contingenti, con risvolti anche sanitari, l'attività attuale riguarda per lo più questioni generali ed aspetti prettamente tecnici; questa trasformazione è legata a due fattori. Da una parte, l'emanazione di autorevoli standard di sicurezza nazionali (1), europei (2) o di prestigiose organizzazioni internazionali (3)(4) ha risolto, almeno parzialmente, il problema della formulazione del parere sanitario, una volta che si siano valutate le intensità dei campi. Dall'altra, l'attivazione di istituzioni del Servizio Sanitario Nazionale con precisi compiti in materia di sorveglianza fisica sul territorio e soprattutto la loro acquisizione di competenze specifiche (in alcuni casi grazie anche ai numerosi corsi organizzati all'IROE) ha creato strutture di riferimento che si fanno carico, almeno in alcune aree geografiche, della maggior parte degli interventi contingenti.



Attività recente ed attuale

In tempi recenti, la grande apprensione suscitata nell'opinione pubblica dalla pubblicazione dei risultati degli studi epidemiologici che hanno ipotizzato una possibile cancerogenicità dei campi elettrici e magnetici a bassissima frequenza ha generato una notevole pressione sulla comunità scientifica internazionale che, anche in Italia, si è concretizzata in alcune iniziative di un certo respiro, che hanno messo a disposizione dei gruppi di ricerca le risorse per approfondire i vari aspetti (fisico, biologico, epidemiologico) del problema. Partecipando, come diremo, a queste iniziative, la ricerca protezionistica all'IROE si è dedicata negli ultimi anni, salvo poche eccezioni, alle esposizioni al campo magnetico a 50 Hz ed ai problemi dosimetrici ad esse associati.

L'inizio dell'attività IROE nel settore delle bassissime frequenze risale alla fine degli anni ottanta e fu determinato da richieste ricevute da alcuni servizi di base toscani riguardanti la sorveglianza fisica dei campi ELF dispersi da elettrodotti ad altissima tensione.

Per far fronte alle richieste fu necessario sviluppare apposita strumentazione (5); poiché alcuni degli elettrodotti coinvolti non erano ancora stati attivati, fu messo a punto anche un modello di calcolo numerico per eseguire previsioni teoriche. Nel corso delle diverse campagne di misura sul territorio compiute in quegli anni (6), il codice di calcolo realizzato si rivelò assai utile anche come mezzo di verifica e completamento delle misure; di conseguenza, il programma fu perfezionato, dotato di una interfaccia utente il più amichevole possibile e messo a disposizione delle istituzioni interessate.

L'esperienza accumulata nel corso di questa ed altre attività su problemi di bassa frequenza (7)(8) ci ha portato anche ad approfondire i relativi aspetti normativi, allora abbastanza trascurati dai vari enti normatori, permettendoci tra l'altro di formulare una proposta di standard per le basse frequenze per conto della Regione Toscana (9) (10) (11).

Come accennavamo, negli anni novanta la ricerca sulle ELF in Italia ha beneficiato di due iniziative di ampio respiro che, per quanto ci riguarda, hanno assorbito buona parte delle risorse che il nostro gruppo dedica alla protezionistica NIR. Stiamo parlando della Convenzione CNR-ENEL (1992-1994) e del Progetto tematico CNR sui "Campi elettromagnetici non ionizzanti in biomedicina" (1991-1994). A questi due iniziative l'IROE ha partecipato come unità operativa autonoma, attivando due specifici progetti di ricerca riguardanti rispettivamente le Esposizioni al campo magnetico a 50 Hz in ambiente domestico e la Dosimetria dei campi magnetici di bassa frequenza. Di questi due progetti nei paragrafi che seguono vengono sinteticamente presentati gli aspetti principali. Un terzo paragrafo è dedicato ad uno studio che, sebbene non inquadrato in un organico programma di ricerca, rientra comunque nello stesso ambito dei progetti precedenti ed è interessante perché, riguardando l'impatto ambientale di una delle infrastrutture strategiche più discusse di cui l'Italia intende dotarsi nel prossimo futuro - le linee ferroviarie ad alta velocità - costituisce un significativo esempio di sorveglianza fisica di sorgenti ad ampia diffusione sul territorio.



Esposizioni al campo magnetico a 50 Hz in ambiente domestico

Questo progetto ha preso l'avvio nell'ambito della Convenzione CNR-ENEL (Linea di Ricerca 1.3 "Campi elettromagnetici") ed è poi proseguito nell'attività ordinaria, recentemente anche nella collaborazione al SETIL (lo Studio multicentrico sulla Eziologia dei Tumori Infantili Linfoemopoietici e dei neuroblastomi coordinato dal dr. Corrado Magnani). Esso si occupa dei vari aspetti fisici ed ingegneristici legati alle esposizioni della popolazione al campo magnetico a 50 Hz negli ambienti domestici ed assimilati (come scuole ed uffici).

Nel corso dell'attività in seno alla Convenzione CNR-ENEL si sono succedute due fasi. Obbiettivo della prima di esse è stato proporre, di concerto con le altre unità operative della Linea di Ricerca 1.3, una definizione operativa del concetto di "dose di induzione magnetica assorbita" da un individuo che frequenti tipici ambienti domestici e quindi un metodo per la valutazione di un opportuno indice di esposizione che misuri quantitativamente questa dose; il metodo proposto (12)(13) è partito dal rappresentare la "dose assorbita" come somma dei contributi delle varie sorgenti domestiche con cui il soggetto interagisce nel corso di una settimana-tipo, ogni contributo dipendente non solo dall'intensità del campo generato dalla sorgente ma anche dalla durata dell'esposizione. È stato quindi elaborato un questionario per descrivere gli aspetti pertinenti del comportamento del soggetto e ricavarne le modalità di interazione con le sorgenti; intersecando queste informazioni con i dati tecnici delle sorgenti stesse, opportunamente classificate e caratterizzate, si è giunti alla determinazione dell'indice di esposizione desiderato.

La seconda fase è stata finalizzata alla creazione di una banca dati di sorgenti domestiche di campo magnetico a 50 Hz. L'unità operativa IROE, in particolare, si è occupata della caratterizzazione, mediante misure in laboratorio, di sorgenti isolate di dimensioni contenute (piccoli elettrodomestici). Allo scopo, è stato sviluppato un apposito strumento (14) ed un protocollo standardizzato per l'esecuzione delle misure; è stata anche individuata una procedura matematica, basata sul metodo dello sviluppo in multipoli, che permette di ricostruire il campo in un punto qualsiasi lungo una data direzione, a partire dai valori misurati lungo quella direzione (15). I risultati ottenuti sono esemplificati in Figura 1, che riporta i valori di campo magnetico misurati (simboli) e ricostruiti (linea continua) intorno ad un comune asciugacapelli elettrico. Si noti come, in stretta prossimità (meno di 10 cm), sia superato il limite di sicurezza INIRC-IRPA [4] (100 µT per le esposizioni di durata indefinita), mentre i valori sono maggiori della "soglia di rischio" indicata dagli studi epidemiologici (0.25 µT) fino a circa 60 cm di distanza.

La Convenzione CNR-ENEL ha lasciato irrisolto il problema del cosiddetto Fondo ambientale, cioè la valutazione del contributo all'esposizione proveniente non dall'interazione con una specifica sorgente, ma dall'ambiente in cui il soggetto si muove; essa è dovuta ad un gran numero di sorgenti che disperdono nell'ambiente stesso, senza che siano sotto il controllo del soggetto esposto ed anzi di cui spesso egli non è neppure a conoscenza, come per esempio elettrodotti esterni (aerei o interrati), sorgenti in appartamenti contigui, cablaggio nelle pareti.

Il nostro gruppo ha continuato a lavorare, nell'ambito dell'attività ordinaria, per far luce anche su questo aspetto delle esposizioni domestiche. In questo caso, a causa della complessità delle situazioni reali, non esistono validi modelli di previsione numerica e le misure rimangono l'unico approccio valido.

Abbiamo eseguito diverse campagne di misura in abitazioni private, acquisendo rilevamenti in punti predefiniti degli appartamenti secondo un preciso protocollo spaziale e temporale. Il protocollo è stato redatto sulla falsariga di quello adottato per la fase pilota del SETIL, adattandolo alle caratteristiche della nostra strumentazione e soprattutto all'esigenza di evidenziare e caratterizzare innanzitutto la variabilità spaziale e temporale del campo magnetico nelle abitazioni (16).

Dall'analisi delle misure fino ad oggi eseguite sono emerse alcune considerazioni che può valer la pena riferire.

1. Il campo magnetico del fondo a 50 Hz negli ambienti domestici presenta una notevole variabilità temporale a breve e medio termine, nella quale è possibile talvolta riconoscere una ciclicità giorno/notte.

2. Esso risulta più elevato negli appartamenti condominiali e minore nelle abitazioni singole; ciò potrebbe essere dovuto all'influenza del cablaggio comune e al contributo degli appartamenti limitrofi, visto che tra l'altro il fondo è assai poco influenzato dalla accensione di elettrodomestici nell'appartamento analizzato.

3. All'interno di un dato appartamento esiste una notevole variabilità spaziale da stanza a stanza, mentre all'interno di una stanza la variabilità è molto più limitata, al punto che una singola misura presa nel centro rappresenta in genere in modo abbastanza significativo la media spaziale dei valori nella stanza stessa.

4. I valori tipici del fondo ambientale sono in genere non solo abbondantemente al di sotto dei limiti di sicurezza raccomandati dalle normative, ma anche inferiori alla soglia di attenzione epidemiologica; quest'ultima affermazione può non essere più vera se l'appartamento si trova a breve distanza da un elettrodotto.

Le prime due considerazioni sono ben documentate dalla Figura 2, che riporta e confronta le misure di induzione magnetica eseguite su un arco di 20 ore, con periodo di campionamento di 5 minuti, in un punto di un tipico appartamento in condominio urbano (linea superiore) e di una abitazione singola in quartiere periferico semirurale (linea inferiore).



Dosimetria dei campi magnetici di bassa frequenza

L'obbiettivo dell'attività dell'unità operativa IROE nell'ambito del progetto Tematico CNR "Campi elettromagnetici non ionizzanti in biomedicina" era costituito dallo sviluppo di materiali e metodi per studi di dosimetria del campo magnetico a 50 Hz, dal punto di vista sia sperimentale sia numerico. È bene precisare che in questo contesto col termine "dosimetria" si intende (forse un po' impropriamente) lo studio dell'accoppiamento del campo con gli oggetti biologici esposti e la determinazione quantitativa delle grandezze fisiche (campi, correnti) in essi indotte.

Per la parte sperimentale è stato innanzitutto necessario individuare una semplice tecnica di scalatura dimensionale e di frequenza che consentisse di eseguite misure su fantocci di dimensioni ridotte ed a frequenze opportune, restando in grado di prevedere i valori che si sarebbero misurati nelle condizioni reali (individui umani esposti al campo magnetico a 50 Hz). La tecnica, basata su un modello analitico semplificato dell'accoppiamento, ha permesso di operare con campioni di dimensioni maneggevoli ed a frequenze superiori ai 50 Hz a cui, a causa dell'ineliminabile rumore ambientale, risulta impossibile eseguire accurate misure di basso livello. In entrambi i casi è stato necessario arrivare ad un compromesso, poiché la riduzione delle dimensioni comporta anche una riduzione di risoluzione spaziale, mentre l'eccessivo aumento della frequenza di lavoro finisce col creare difficoltà al funzionamento della cella di esposizione; un buon compromesso si è raggiunto utilizzando un fattore di scala di 1/4 ed una frequenza di lavoro di 3 kHz.

È stata quindi sviluppata una cella di esposizione consistente in una coppia di bobine di Helmholtz (17) in grado di generare un campo magnetico uniforme a meno dell'1% in un volume sferico avente un diametro di circa 50 cm, per frequenze dalla continua fino a circa 10 kHz. La cella era alimentata da un generatore di potenza a bassa frequenza per mezzo del quale era possibile raggiungere una intensità di campo di 70 µT.

È stato infine progettato e realizzato un sensore dipolare per la misura del campo elettrico indotto in fantocci simulanti gli organismi esposti. Il sensore, dotato di una risoluzione di 4 mm circa, è stato corredato del necessario front end elettronico, a sua volta connesso ad un millivoltmetro AC di elevate prestazioni (Keythley 2001). Il sistema consente misure con una sensibilità fino a circa 2.5 mV/m ed una accuratezza migliore del 10%.

I fantocci erano costituiti da soluzioni saline di cloruro di sodio in acqua, con concentrazione calibrata per ottenere una conducibilità pari a quella del tessuto muscolare alle frequenze di interesse. L'apparato sperimentale è stato calibrato e validato mediante misure su modelli di forma cilindrica, per i quali è nota la soluzione analitica per il campo elettrico indotto (18).

Di pari passo all'approccio sperimentale, si sono portate avanti anche le soluzioni basate su tecniche numeriche; abbiamo messo a punto due procedure per la determinazione della densità di corrente indotta in modelli piani di oggetti biologici, non omogenei e di geometria qualsiasi, esposti al campo magnetico diretto perpendicolarmente al piano del modello (19). La prima procedura utilizza il metodo delle differenze finite per risolvere in modo iterativo l'equazione differenziale del campo magnetico secondario; da quest'ultimo si può risalire alla corrente indotta mediante il calcolo dell'operatore rotore. La seconda procedura utilizza il metodo degli elementi finiti e si basa sulla soluzione di un problema variazionale nel quale viene minimizzato un funzionale del campo magnetico secondario. Per la validazione dei metodi numerici si sono eseguiti confronti tra: (1) le valutazioni numeriche e le previsioni analitiche su un modello di forma circolare; (2) le valutazioni numeriche e le misure su un modello di forma rettangolare. In entrambi i casi i risultati sono stati estremamente soddisfacenti, come appare per esempio dalla Figura 3 che si riferisce ad un campione a sezione rettangolare (cm 23 x cm 11.5). In tale figura le misure sperimentali (simboli) sono confrontate con le previsioni del modello numerico (linee continua); quest'ultimo fa uso di una discretizzazione a griglia di celle rettangolari con una risoluzione di 3 celle/cm; l'origine del riferimento cartesiano è nel centro della sezione rettangolare e l'asse X è diretto parallelamente al suo lato lungo.

L'attività in questione, sospesa alla conclusione del Progetto Tematico, ha trovato attualmente un interessante possibile sbocco in uno studio delle esposizioni associate con l'impiego dei varchi magnetici come rivelatori di passaggio o sistemi antifurto; lo studio viene condotto in collaborazione col Laboratorio di Fisica dell'Istituto Superiore di Sanità.



Impatto ambientale delle linee ferroviarie ad alta velocità

Abbiamo intrapreso lo studio dei campi elettrici e magnetici a 50 Hz dispersi nell'ambiente dal sistema di alimentazione delle costruende linee ferroviarie ad alta velocità, per iniziativa e su richiesta della sezione di Fisica Ambientale del Presidio Multizonale di Protezione di Reggio Emilia (oggi afferente all'ARPA Emilia Romagna).

La prima fase dello studio, condotta in collaborazione con la sezione suddetta e le omologhe di Modena e Piacenza, ha affrontato il problema al primo livello di approssimazione, nel quale non si teneva conto della presenza delle vetture del convoglio.

La seconda fase dello studio, attualmente in corso per incarico ed in collaborazione con Italferr sis. t.a.v., punta a perfezionare il modello di valutazione, in modo da tener conto della presenza del convoglio, con il duplice contributo del cablaggio di potenza di bordo e dell'effetto schermante della struttura metallica delle vetture. Lo scopo è elaborare una stima più accurata dell'esposizione dei passeggeri e del personale viaggiante delle ferrovie.

In entrambi i casi il problema è stato schematizzato con un modello bidimensionale, prendendo in esame un piano verticale perpendicolare all'asse della linea ferroviaria e considerando su di esso i punti di intersezione dei vari conduttori in gioco (alimentazione, ritorno, contatto del pantografo, rotaie) ed eventualmente la sezione-tipo dell'involucro delle vetture, come mostrato in Figura 4.

Nel modello semplificato, i campi sono stati calcolati come somma dei contributi dei vari conduttori, pensati infinitamente lunghi e paralleli tra loro e al terreno; per il calcolo è stata messa a punto ed utilizzata una versione generalizzata del programma di calcolo inizialmente sviluppato per gli elettrodotti, di cui si è parlato sopra. I risultati (20) hanno evidenziato la scarsa rilevanza protezionistica del campo elettrico, ma hanno anche mostrato come il campo magnetico possa in molti casi avvicinarsi al limite di sicurezza indicato dalle raccomandazioni IRPA (100 µT) e talvolta superarlo.

Alcuni risultati sono illustrati in Figura 5, dove vengono riportati i valori di induzione magnetica valutati lungo una direzione trasversale alla linea, a diverse altezze dal piano delle rotaie; la valutazione è eseguita con una versione preliminare del modello che tiene conto della presenza delle vetture; per riferimento si tenga conto che un'altezza di 2.5 m corrisponde grossomodo alla posizione della testa di un passeggero seduto. Come si può vedere, i valori previsti sono sensibilmente più elevati di quelli riscontrabili nei pressi di elettrodotti ad alta tensione ed anche di quelli presenti in ambiente domestico, salvo che in stretta prossimità di sorgenti particolarmente intense.



Bibliografia

[1] D.P.C.M. 23 aprile 1992: "Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50 Hz) negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno", Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, N.104, 6 maggio 1992.

[2] European Committee for Electrotechnical Standardization (CENELEC): "Human exposure to electromagnetic fields", European Prestandard ENV 50166-1 (Low frequency 0 Hz to 10 kHz) and ENV 50166-2 (High frequency 10 kHz to 300 GHz), January 1995.

[3] IRPA-INIRC: "Guidelines on limits of exposure to radiofrequency electromagnetic fields in the frequency range from 100 kHz to 300 GHz", Health Physics, Vol.54, N.1, January 1988.

[4] IRPA-INIRC: "Interim guidelines on limits of exposure to 50/60 Hz electric and magnetic fields", Health Physics, Vol.58, N.1, January 1990.

[5] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi e R.Vanni: "Sorveglianza fisica di elettrodotti ad alta tensione", Atti della VII Riunione Nazionale di Elettromagnetismo Applicato, Frascati (ROMA), Settembre 1988.

[6] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi e R.Vanni: "Campagna di misure ELF su elettrodotti ENEL in Toscana", Report IROE N.EP/AO-I16, Firenze, Giugno 1988.

[7] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi, N.Rubino and R.Vanni: "Analysis of electric and magnetic fields leaking from induction heaters", Bioelectromagnetics, Vol.9, No.4, 1988.

[8] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi e R.Vanni: "Campi elettrici e magnetici dispersi da apparati ad induzione per l'industria orafa", Atti della VIII Riunione Nazionale di Elettromagnetismo Applicato, Capri (NA), Ottobre 1990.

[9] D.Andreuccetti: "Proposte per una normativa NIR in Toscana", Atti della Giornata di Studio su "Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti e Servizio Sanitario in Toscana", S.Miniato (PI), Novembre 1989.

[10] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi e R.Vanni: "Considerazioni per uno standard di esposizione a campi elettromagnetici di bassa frequenza", Report IROE N.TR/POE/89.29, Firenze, Dicembre 1989.

[11] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi e R.Vanni: "Considerazioni per uno standard di esposizione a campi elettromagnetici di bassa frequenza", Riunione Monotematica della SIRR (Società Italiana per le Ricerche sulle Radiazioni) su "Interazione tra Campi Elettromagnetici e Biosistemi: Effetti non termici, meccanismi e applicazioni", L'Aquila, Ottobre 1990.

[12] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi, L.Pieri, S.Priori, N.Rubino e R.Vanni: Convenzione CNR-ENEL - Linea di Ricerca 1.3, Prima relazione semestrale sul progetto di ricerca "Caratterizzazione di ambienti elettromagnetici: misure, sviluppo e convalida di modelli", Report IROE N.RR/POE/92.4, Firenze, Giugno 1992.

[13] D.Andreuccetti, M.Bini e R.Olmi: "Caratterizzazione dell'esposizione al campo magnetico a 50 Hz negli ambienti confinati", Atti della XCIII Riunione Annuale dell'Associazione Elettrotecnica Italiana, Maratea (PZ), Settembre 1992.

[4] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi, L.Pieri, S.Priori, N.Rubino e R.Vanni: Convenzione CNR-ENEL - Linea di Ricerca 1.3, Terza relazione semestrale sul progetto di ricerca "Caratterizzazione di ambienti elettromagnetici: misure, sviluppo e convalida di modelli", Report IROE N.RR/POE/93.15, Firenze, Giugno 1993.

[15] D.Andreuccetti, M.Bini, R.Olmi e S.Priori: "Caratterizzazione di sorgenti domestiche di campo magnetico a 50 Hz: misure, modelli", Atti del Convegno nazionale AIRP su "Radiazioni non ionizzanti: effetti biologici, sanitari ed ambientali", Como, Settembre 1994.

[16] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi, S.Priori e R.Vanni: "Esposizione al campo magnetico a 50 Hz in ambiente domestico", Atti della XI Riunione Nazionale di Elettromagnetismo, Firenze, Ottobre 1996, pp.611-614.

[17] D.Andreuccetti, M.Bini, A.Ignesti, R.Olmi, S.Priori and R.Vanni: "Helmholtz coils for the generation of standard magnetic fields in biological applications", Proceedings of the VII National Congress of the AIFB, Monte Conero, Ancona (Italy), June 1992; Physica Medica, Vol.IX, Supplement 1, June 1993.

[18] R.Fossi: "Dosimetria del campo magnetico a bassissima frequenza: progettazione, realizzazione e calibrazione di un apparato per le misure", Tesi di laurea in Fisica, Università degli Studi di Firenze, Anno accademico 1993-94.

[19] D.Andreuccetti, M.Bini, R.Fossi, A.Ignesti, R.Olmi, S.Priori e R.Vanni: "Dosimetria del campo magnetico a bassissima frequenza: approccio sperimentale e numerico", XXIX Congresso Nazionale dell'AIRP (Associazione Italiana di Protezione contro le Radiazioni), Trieste, Settembre 1995.

[20] D.Andreuccetti, D.Cavazzoni, S.Fabbri, L.Guerra, M.Morselli, E.Trevissoi, S.Violanti e P.Zanichelli: "Treni ad alta velocità: valutazione dei campi elettromagnetici ELF generati dalla linea elettrica di alimentazione", Atti del Convegno nazionale AIRP su "Radiazioni non ionizzanti: effetti biologici, sanitari ed ambientali", Como, Settembre 1994.


Torna all'inizio
Torna all'indice del materiale documentativo ed informativo
Torna alla Presentazione della Linea di Ricerca